Le persone golose e attempate ricordano ancora con grande piacere i prodotti dolciari dell'Atti & Bassi e C. di Bologna.
Per decenni questa ditta, nata in via Mascarella 34, cresciuta nella Bolognina e trasferitasi prima in via Larga e poi a Granarolo Emilia, vendette i suoi ottimi dolciumi in tutta l'Italia e all'estero riscuotendo unanimi consensi per la grande qualità dei suoi prodotti, consoni alla produzione gastronomica della città di Bologna.
Era stata fondata da Agostino Atti, Marco Bassi e Riccardo Passuti. Anche se il signor Bassi poco tempo dopo si ritirò, il nome della ditta rimase quello citato e il signor Passuti spesso scherzando diceva che lui era il signor C. La qualità dei prodotti non mancò di dare successo all'impresa che, rimasta presto nelle angustie del laboratorio di via Mascarella 35 nell'antica città, decisero di costruire un nuovo e più ampio stabilimento in via Pellegrino Tibaldi 22 nell'immediata periferia di Bologna nel quartiere Bolognina. Il nuovo stabilimento permise ai signori Atti e Passuti di ampliare la gamma degli articoli dolciari che occupò una vasta fetta del mercato bolognese e forestiero. L'edificio ospitava un negozio al dettaglio dei prodotti Atti & Bassi che ben presto diventò un punto vendita apprezzatissimo dal quartiere stesso.
Non molto tempo dopo Atti e Passuti affittarono un altro locale nella centrale di via della Zecca, anch'esso frequentato da una affezionata clientela.
Agostino Atti, uno dei fondatori della Atti & Bassi di Bologna |
Riccardo Passuti, uno dei fondatori della Atti & Bassi di Bologna |
A quei tempi la produzione si sviluppava nel settore caramelle, cioccolato, confetti, gommosi ed altre specialità dolciarie sempre apprezzate per una qualità notevole ed un prezzo contenuto. La ditta continuò a svilupparsi fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Per sfortuna, nel 1943, lo stabilimento fu bombardato dagli alleati, perché vicino alla strategica stazione di Bologna e ben poco potè produrre durante gli ultimi tempi della guerra.
Fin dagli inizi degli anni trenta, dalla provincia di Ferrara erano venuti a Bologna i fratelli Armando e Antenore Guerra, figli di un colono, per trovare lavoro. Armando lo trovò come cuoco al famoso ristorante Diana in via Indipendenza mentre Antenore fu assunto dal Biscottificio Felsineo di Lorenzo Lotti sito in via Val d'Aposa 1/2 e condotto dallo stesso Lotti, noto per la produzioni di ottima pasticceria e biscotti. Anche il Biscottificio Felsineo aveva un negozio al dettaglio conosciuto per la qualità della sua pasticceria. Qui Antenore ebbe modo di apprendere il lavoro di pasticcere e ben presto divenne un pilastro della piccola ditta, attiva nel cuore di Bologna. Lorenzo Lotti, avanti negli anni, propose ai fratelli Guerra l'acquisto del Biscottificio Felsineo che passò di proprietà il 19 marzo 1940 data che fu sempre festeggiata dagli acquirenti come l'inizio della loro carriera industriale.
Fin dai primi tempi, la nuova gestione continuò nella tradizione della qualità, immettendo nel mercato nuovi articoli di indiscussa bontà. L'incombente guerra richiamò alle armi i fratelli Guerra e le mogli Novella Tognetti e Antonietta Cinti con gravi sacrifici portarono avanti la ditta fin tanto che, in seguito alle note vicende belliche, i due militari furono congedati e poterono riprende il lavoro in via Val d'Aposa fino alla fine della guerra. Furono tempi duri quelli che vanno dall'8 settembre 1943 al 21 aprile 1945 sia perchè era incombente sui due imprenditori il rischio del richiamo alle armi nell'allora Repubblica di Salò, sia per la grande carenza di materie prime. In tutti i modi il Biscottificio Felsineo non ebbe danni e potè rapidamente riprendersi nell'immediato dopoguerra.
Intanto Atti e Passuti, con la fabbrica semidistrutta e principalmente avanti con gli anni offrirono ai fratelli Guerra l'Atti & Bassi che, alle dovute condizioni, ne presero proprietà cambiando il nome in Atti & Bassi e Biscottificio Felsineo di Armando e Antenore Guerra.
Lorenzo Lotti, fondatore del Biscottificio Felsineo di Bologna |
Scatola del biscottificio Felsineo di A. e A. Guerra (anni '40) |
Armando Guerra |
Antenore Guerra |
Questi ben presto ripararono lo stabile di via Tibaldi e lo dotarono di ben più moderne attrezzature per cui la produzione riprese rapidamente con notevole successo commerciale. A titolo di conoscenza, Armando seguiva acquisti e vendita, Antenore era costantemente dedito alla qualità dei prodotti e ai sistemi di lavoro.
La ditta si era specializzata nella produzione di uova di Pasqua decorate in cui primeggiò fino alla fine della gestione Guerra: Il personale addetto aveva uno spiccato senso artistico e notevole dedizione a questo lavoro per il riscontro artistico e la gratitudine dei clienti. Le uova riflettevano i vari temi pasquali a cui si affiancavano gli scudetti sportivi decorati e non poche decorazioni con soggetto del cliente a cui seguivano quelle "goffrate" che, con pellicole di alluminio arricciato, aumentavano di dimensione ed effetto: per le vetrine dei negozi furono prodotte uova di Pasqua alte fino a due metri che presentavano temi pasquali ed erano diventate un'attrazione per i cittadini bolognesi. A tutto ciò si affiancavano i boeri, cioccolatini con ciliegia sotto spirito di cui ancora se ne ricorda il delizioso sapore. Per offrire la massima bontà la ditta acquistava nella vicina Vignola grandi quantitativi di "duroni", considerati fra le migliori ciliege d'Italia, che venivano lasciate macerare in una miscela alcoolica particolare che ne accentuava il gusto. Anche i famosi cremini alla nocciola e numerosi altri articoli per decenni allietarono il palato di milioni d'italiani.
Nel 1954 in un grave incidente stradale presso Trento, periva Aurelio Guerra figlio di Armando che curava il settore commerciale: fu un grave lutto non solo per la famiglia, ma anche per tutti i dipendenti e per numerosi bolognesi che avevano avuto il piacere di conoscerlo.
Anni dopo, anche il laboratorio di gomme e liquirizie di Ettore Mioli confluì nella società, che in certe campagne superò i duecento dipendenti.
Fu aperto anche un nuovo negozio all'inizio di Strada Maggiore per servire meglio la città e numerosi depositi nell'Italia centro-meridionale che, dopo un iniziale impulso, si rivelarono decisamente problematici.
La Atti & Bassi fu anche il banco di prova per le numerose officine meccaniche che producevano macchine per l'industria dolciaria: in paricolare l'ACMA, la GD, la CAM ed altre ebbero quindi modo di testare le loro macchine sviluppandole e portando l'industria di macchine automatiche bolognesi all'avanguardia: per molto tempo il grande tecnico della GD Ariosto Seragnoli frequentò questa industria dolciaria apportando modifiche alle incartatrici di caramelle che primeggiarono in campo mondiale. L'arrivo delle macchine automatiche non portò disoccupazione perchè il personale (le famose incartatrici delle caramelle e di altri prodotti) fu assorbito dall'incremento delle vendite.
Agli inizi degli anni Sessanta si pose la necessità di un ammodernamento del complesso industriale e fu acquistato in via Larga un ampio appezzamento di terra su cui si fece costruire un nuovo stabilimento di oltre 5.000 metri quadri ove confluì tutta la produzione delle tre unità.
Lo stabilimento fu realizzato considerando tutte le necessità della moderna industria dolciaria e fu inaugurato il 13 luglio 1963 alla presenza del commendator Giorgio Barbieri, presidente degli industriali della provincia di Bologna e degli onorevoli Giovanni Spadolini e Agostino Bignardi, con la benedizione di padre Tommaso Toschi. Fu una grande festa per tutta la famiglia della ditta.
Com'era prassi dei tempi il commendator Antenore fu associato al Lion Club, mentre il commendator Armando entrò nel Rotary Club.
Ancora in un grave incidente stradale in Puglia periva Sergio Garbellini che consegnava prodotti in Italia meridionale: anche in questo caso dirigenza e maestranze si trovarono in un doloroso momento perché Sergio era apprezzato da tutti per le sue qualità umane ed operative.
Purtroppo, la congiuntura sfavorevole, un esagerato aumento dei tassi bancari e un notevole contraccolpo per motivi familiari e qualche immancabile errore in tanto turbine d'eventi limitarono negli anni la possibilità di sviluppo dell'Attibassi (tale era diventato intanto la nuova denominazione). Il cambiamento della clientela che privilegiava il prezzo a scapito della qualità contribuì ad un calo delle vendite che, in funzione delle gravi difficoltà del mercato e di discutibili concorrenze, si fece sempre più ristretto.
Malgrado, quindi, il costante impegno della proprietà, la validità delle maestranze e l' indiscussa qualità, Atti & Bassi vide diminuire l'accesso alla clientela. In queste contrarietà l'industria "inventò" una caramella chiamata "dolce resto" che permetteva ai commercianti di supplire alla grave carenza di quei tempi per le monete da 10 lire, mentre sul mercato americano furono immesse piccole uova deliziosamente decorate che ebbero grande successo per le belle decorazioni che le maestranze altamente specializzate riuscivano a realizzare.
Uova decorate e goffrate |
La classica scatola in lamiera dei boeri Atti & Bassi |
Vi fu anche la partecipazione ad alcune fiere dolciarie nazionali e internazionali che permise l'esportazione di prodotti sia negli Stati Uniti d'America, che in Inghilterra ed in altri paesi europei. Malgrado questo costante impegno, le contrarietà non fermarono il rallentamento in corso.
Il mercato dolciario stesso era in difficoltà, sia per la congiuntura economica, sia per il costante degrado della qualità, a tutto vantaggio del prezzo: di questa crisi ne sono testimoni le numerose aziende del settore che furono costrette a chiudere o a convertirsi in altre attività.
In tutti questi anni le maestranze della ditta dimostrarono una costante fiducia nella dirigenza e nessuno fu licenziato, malgrado i problemi di gestione, a riprova che Armando e Antenore, provenienti da origini modeste, rispettarono in modo paterno coloro che condividevano le fatiche e le angustie dei tempi.
La situazione si risolse solo nel 1978 con la vendita dello stabilimento di via Larga e il trasferimento in una unità immobiliare più contenuta in via Roma a Granarolo Emilia, comune limitrofo a Bologna. Armando e Antenore, vista la dimensione della nuova industria, decisero di separarsi e la proprietà rimase nelle mani di Antenore, mentre Armando si ritirò a vita privata: ciò in data 30 giugno 1981.
L'azienda continuò la produzione di uova di Pasqua decorate e di altri prodotti fin quando fu rilevata dal gruppo che attualmente la conduce dal 1992.
La straordinaria avventura dell'Atti & Bassi è testimone di quanto gli uomini con capacità e volontà possono costruire quando le regole del mercato vengono rispettate e quanto possono in ogni attività umana la fortuna e le condizioni ambientali. Le industrie non sono attività granitiche ma vengono costantemente condizionate dal mercato e dagli eventi umani.
Anche se si è chiusa l'attività dei signori Guerra, il ricordo delle prelibatezze offerte ai consumatori dalla Atti & Bassi è rimasta nel ricordo delle persone meno giovani che ebbero occasione di assaggiare queste bontà prodotte per offrire a tutti il massimo della bontà al prezzo più accessibile.
A volte le cose vanno contrariamente a certi principi che parrebbero indiscutibili.
Inaugurazione del nuovo stabilimento di via Larga 35, Bologna (Da sinistra: comm. Armando Guerra, on. Giovanni Spadolini, comm. Giorgio Barbieri, padre Tommaso Toschi, on. Agostino Bignardi, comm. Antenore Guerra) |
Armando e Antenore Guerra alla fine degli anni '80 |